21 marzo, 2006

Un passo indietro

Il presidente operaio ed il professore ciclista si sono sfidati in un botta e risposta piuttosto soporifero e prevedibile. Qualcosa in più sinceramente mi aspettavo, ma l'esperimento mi sembra ben riuscito e riproponibile.
Per intendersi, il format mi piace. Regole ferree e toni pacati; mai la possibilità di offendersi, sovrapporsi, urlare. I protagonisti, forse un po' intimoriti forse semplicemente furbi, lasciano che il tempo scorra senza proporre quasi mai accellerate degne di nota. Il vero fallimento comunque sono stati i contenuti, che non hanno mai affrontato, se non marginalmene, i programmi elettorali dei due candidati e le loro idee per rilanciare il nostro paese.
Per la verità una buona fetta di colpa di tale condotta è da imputare a quei due che chiamare giornalisti è un'offesa per la categoria. Non una domanda incisiva; non un'esposizione chiara e ficcante; non un argomento originale e di attualità. Buon gioco per i duellanti che si sono guardati bene dall'infognarsi nel concreto dei problemi.
Infine vorrei sottolineare un merito ed un demerito di entrambi. Il presidente operaio ha usato una frase che in molti dibattiti ho sentito criticata. E' quel punto in cui risponde sulle quote rosa ed afferma che è difficile convincere le donne di una certa levatura intelletuale a lasciare casa, cucina e figli per fare politica in parlamento. Io non solo non critico questa frase, ma, per la mia personale esperienza, la confermo e sottoscrivo e vi assicuro che è non difficile ma quasi impossibile formare una lista eletorale dove dentro ci sia un numero discreto di donne. Il vero demerito invece è l'aver dimostrato ancora una volta il più alto disprezzo delle regole. Della serie: " La legge è uguale per tutti, tranne che per me". Non è una questione di poco conto parlare oltre il limite e dimostrare nervosismo per dover sottostare a delle regole. Non è un bell'esempio, non dovrebbe essere da presidente.
Il professore ciclista ha come sempre usato un linguaggio chiaro e semplice, rispondendo a tema. Senza scivolare nella tentazione dell'attacco all'avversario. Come sempre, e questo è il demerito, ha anche usato un tono di voce e un'enfasi che un bradipo in letargo lo surclasserebbe in brio. Insomma un prete che non accontenta i moderati perchè è costretto ad allearsi con gli estremisti e ancor meno accontenta gli estremisti stessi.
Su Mimun stendiamo il solito pietoso velo.