13 marzo, 2006

Domande

Scontri in piazza e toni sempre più accesi nell'ex Bel Paese. Molti se ne meravigliano, ma invece penso che quanto accade sia fisiologico
Domando se l'Italia è un paese dove da sempre il pre-elezioni si vive in perenne conflitto, ai limiti della guerra civile; domando se l'Italia è una nazione dove il potere conclamato, ogni volta che si sente in pericolo o che la gente prende coscienza dei soprusi ai quali è sottomessa, organizza attentati e finti attentati con l'aiuto degli estremisti di ogni colore e la complicità di chi dovrebbe garantire la sicurezza; domando se l'Italia è un posto dove i simboli e gli slogan di una ex dittatura politica, militare ed assassina possono essere utilizzati con l'autorizzazione degli organi di pubblica sicurezza; domando se l'Italia è una simil-discarica dove le persone espressione di tali slogan e molti condannati hanno diritto di sedere in parlamento...
Se tutto quanto affermo non è falso e anche solo una domanda ha un si come risposta, allora come ci si può meravigliare di un crescente scontento, di uno strisciante disagio e, in alcuni casi, della forte voglia di giustizia. Gli atti di violenza sono sempre deprecabili, ma vivono e prosperano là dove il terreno è preparato fertile (per errore o premeditazione) perchè la rabbia esploda.
Non abbiamo visto il peggio e non è detto che sia un male.