20 ottobre, 2005

Paroloni (seconda parte)

...segue

Negli ultimi dieci anni, il soggetto politico attivo nel prospettare alla nazione la secessione, un concetto relativamente nuovo per l'Italia, è stato la Lega. Io sono stato sempre contrario all'idea di dividere l'Italia in tanti piccoli staterelli; per i più svariati motivi, ma principalmente perchè la divisione attraverso la secessione sarebbe stata radicale, "cruenta" e controproducente sia per gli staterelli ricchi sia per quelli poveri. Inoltre in un territorio che è, anche morfologicamente omogeneo, diventa difficile capire come spartirsi "la terra e l'acqua".
Successivamente al fallimento del primo governo partecipato dalla Lega e a gesti di indubbio (posso editore? n.d.r.) squallore da parte dei suoi simpatizzanti, e/o iscritti, il movimento politico si ridimensionò nei numeri e nel clamore mediatico; salvo ritornare in auge con una rinnovata alleanza politica e una nuova missione: il federalismo. Simile alla secessione agli occhi di molti, il federalismo incorpora in sè caratteristiche che lo rendono molto diverso dall'idea originale di secessione. Intanto non più tanti Stati indipendenti, ma un unico Stato con Costituzione federale e poi il riconoscimento di indirizzo e di controllo allo Stato centrale. Anche il federalismo decadde molto presto; un po' per le idee poche ma confuse dei suoi declamanti e un po' per l'avversione aprioristica, salvo scatti propagandistici dell'ultima ora, di quasi tutto il resto del parlamento.
Il nuovo verbo divenne la devoluzione. Si potrebbe disquisire infinitamente sui lati migliorativi e peggiorativi di quest'ultima proposta legaiola; ma l'aspetto saliente ritengo che sia il ridimensionamento di ambizioni del partito da un lato e la furbizia di capire che per attuare secessione e federalismo occorreva modificare prima la cultura di un'intera nazione e poi la Costituzione, mentre per conquistare la devoluzione occorrevano soltanto poche modifiche al testo costituzionale ed una legge ad hoc. Nonostante queste facilitazioni procedurali, il percorso è stato ricco di ostacoli e litigi e, per dare anche un tocco di internazionalità, nel frattempo la devoluzione ha cambiato nome in devolution.
continua...