28 ottobre, 2005

L'altro Bischero

Ieri sera abbiamo ritrovato il vero Benigni. Ce lo siamo gustati dall'inizio alla fine ed anche una brutta trasmissione come quella del molleggiato è divenuta un'occasione per godere di un pezzo di comicità più unico che raro. Molto bello e divertente tutto quanto, anche l'idea di riproporre un "colto" che detta la lettera ad un imbranato scrivano; occasione di omaggio al grande Troisi, indimenticabile nella lettera a Savonarola nel film "Non ci resta che piangere".
Tutto bene quindi, ma noi siamo qui per dire qualcosa in più che magari non viene detto per convenienza. Un inviato della radio riferisce che quando Benigni è uscito i giornalisti avrebbero voluto salutarlo e sono stati ricacciati a forza in sala stampa. Benigni è liberissimo di non rilasciare interviste e Celentano è altrettanto libero di predisporre misure che tutelino le volontà dei suoi ospiti, ma nessuno si sarebbe scandalizzato di un: "Scusate sono stanco, non ho voglia di domande".
Come dice la stessa inviata: "Gli avremmo comunque detto, GRAZIE". Evidentemente abbiamo recuperato, almeno in parte, un artista d.o.c. Strappandolo per una volta alle poesie, alle prediche e al buonismo (a tal proposito si poteva evitare il finale con Socrate, ma pazienza) e riportandolo sulla gestualità e sul vernacolo. La persona Benigni però ha ancora bisogno di un bagno di umiltà.
Fare proclami è facile quando si è famosi, il difficile è mettere in pratica quello che si professa. Non la libertà di stampa, ma la libertà di un saluto è stata negata e poco prima Eros ci raccontava che è impossibile riconoscere Celentano in macchina perchè i finestrini sono spessi e imperscrutabili...