19 settembre, 2005

POLIS e CAOS (terza parte)

...continua

Partendo dal significato dispregiativo che oggi, spesso, le persone assegnano alla parola "politica", si fa poca fatica ad accostare cotanto sostantivo a smorfie, alzate di spalle, mani nei capelli ed espressioni similari.
Una società che affronta l'argomento politica con simili remore mentali non è del tutto certo che abbia diritto alla lamentela. Intendiamoci, molto spesso è difficile incidere sulle scelte importanti, ma altrettanto spesso è troppo comodo girarsi dall'altra parte e cercare di "sfangarla"; ognuno per quanto concerne il proprio orticello.
Questo modo di pensare, che ormai è diffuso, non giova ovviamente al benessere della collettività, dello STATO. Rende il paese più disunito, i singoli più anarchici (disordinati, disorganizzati) e la ricerca delle scappatoie legali e finanziarie diviene lo sport nazionale preferito e, talvolta, obbligato.
La Politica, la POLIS, viene travolta dal CAOS. Lo scopo dei politicanti è raggiunto. Non c'è più bisogno, se non in estremi casi, di bombe, attentati, stragi. Il Caos nasce e prolifera spontaneamente in ogni luogo, in ogni ceto sociale, in ogni attività. Il Caos come un vortice e al centro di questo vortice, a fare massa compatta, gli inattaccabili e ineffabili politicanti; fulcro non pensante e furbesco e, in quanto tale, espressione più deprimente dell'italianità.
CAOS = estremo disordine, grande confusione. La stessa che ognuno di noi ha dentro ogni volta che accende il cervello e prova a riflettere. Io non so se è possibile mettere un po' di ordine e nemmeno se sia giusto provarci (magari il caos è la forma migliore di democrazia). Credo sia comunque giusto prendere parte. Schierarsi. Confrontarsi. Scegliere. Decidere.
POLIS e CAOS, POLIS o CAOS. Prima di buio devi pensarci.
FINE