12 maggio, 2006

Sei anni in sei giorni

Dopo l'arresto di Provenzano, un'altra tangibile prova che i venti hanno cambiato direzione, ma si sapeva che sarebbe accaduto: il famoso Previti, caposcuola dell'italietta furbina delle raccomandazioni e delle bustarelle ha ricevuto la sua condanna definitiva di sei anni. Si sapeva, tutti lo sapevano altrimenti che bisogno ci sarebbe stato di decine di provvedimenti atti a mitigare il suo carico di responsabilità.

Così, con un sorprendente atto di teatro questo si è presentato alla prigione, risparmiando ai media la penosa scena con guardie e ladri in manette che si coprono il volto. Le patrie galere hanno, però, ospitato il non più presunto delinquente per soli sei giorni. Sembra, infatti, che una delle leggine costruite a sua misura gli abbiano fatto concedere gli arresti domiciliari. E questo trovo che sia giusto, trattandosi comunque di persona di certa età e certo non socialmente pericoloso. Una legislazione matura deve saper amministrare il ricorso a provvedimenti di coercizione per convertirle, quando non necessarie, in adeguate pene pecuniarire che, nel caso di Previti, spero, ma nessuno ne parla, siano tali da ridimensionare le enormi somme messe da parte al servizio di signori con attività discutibili.

Infine un auspicio, i legali del reo hanno chiesto e ottenuto due ore pro die d'aria, ma non per giovarsi della bella stagione ma per frequentare i lavori parlamentari. E l'interdizione ai pubblici uffici? Non credo che un paese debba essere amministrato da soggetti del genere.