10 maggio, 2006

ONU in deriva

Quando ero un liceale di belle speranze ero convinto che nel millennio che di lì a qualche anno sarebbe iniziato l'ONU avrebbe gestito nell'accordo di tutte le nazioni del mondo, o per lo meno, con le bagarre tipiche delle grandi assemblee, il destino dell'umanità, proteggendo i deboli e punendo chi avrebbe fatto ricorso all'aggressione armata come sistema di risoluzione di conflitti. Erano gli anni della caduta del comunismo, dell'accordo di Kyoto, della prima guerra in Iraq. Che coglione.

Negli ultimi tre anni tutti i sintomi di un'organizzazione profondamente debole, inefficace e corrotta. Provo a riassumere: assoluta acquiscenza dei massacri in Liberia, Darfur e nei confronti di nazioni che non rispettano trattati internazionali come Kyoto; totale incapacità di prendere decisioni su questioni tipo Cecenia e Iraq ma in genere su tutte le situazioni di guerra; corruzione dilagante a partire dai supervertici tipo gli intrallazzi del figlio di Kofi Annan, Oil for Food; assolutà incapacità di piegare l'Iran che si sta armando di ordigni nucleari, addirittura nei giorni recenti il presidente persiano, che continua a manifestare sprezzo nei confronti del Consiglio di Sicurezza, ha aperto uno spiraglio di trattativa preferenziale con gli Stati Uniti; violenze e sfruttamento sessuale da parte di operatori umanitari e caschi blu nei confronti di minori in campi profughi e infine, l'ultima di oggi, assurda composizione della neonata commissione per i diritti umani che novera rappresentanti di paesi come Cina, Cuba e Russia che, palesemente e da anni, violano regolarmente la convenzione dei diritti umani redatta dalla stessa ONU.

Immaginate già quanto costi un'organizzazione come questa.

Ma chiudere no? Ma dimissioni mai?