Ora è chiaro e confermato. I polli siamo noi, poveri idioti; esseri non pensanti, pronti ad ascoltare ed ubbidire alla tv, ai direttori di banca e ai medici. Immuni ai consigli dell'uomo della strada che non capisce niente. Poveri polli pronti a farsi spennare e ad essere usati come cavie per barili di dollari.
La mia ragazza va dalla parrucchiera. Entra, affannata e in ritardo sull'appuntamento, una cliente del negozio. E' una dottoressa e racconta che non ce la fa più a spiegare ai suoi pazienti che non tutti devono per forza vaccinarsi contro l'influenza. I suoi pazienti non sentono ragioni e, giovani e vecchi/malati e sani, pretendono la prescrizione del vaccino. Il risultato è un lievitare della spesa pubblica e privata per medicinali e un introito straordinario, seppur atteso, per le multinazionali farmaceutiche. Senza contare che spesso sta accadendo che chi avrebbe davvero (?) bisogno del vaccino non riesce a trovarlo perchè le scorte delle farmacie e dei pronto soccorso vanno velocemente esaurendosi.
Altra scena. Sono da mia nonna. Sono tanti giorni che non la vedo e ho pensato di farle un saluto. E' domenica mattina e mi dice che alle nove e trenta è stata all'ambulatorio del suo medico per farsi il vaccino antinfluenzale. Chi ti ha accompagnata?, chiedo curioso. Lo zio mi risponde lei; anche lui si è fatto il vaccino e lo ha fatto fare anche a Riccardo (mio cugino, venticinquenne in splendida forma). Ma come nonna, anche lo zio?, anche Riccardo? Si...sai, con questo affare della malattia dei polli...E poi vedessi c'era una fila! E' per quello che hanno aperto l'ambulatorio di domenica, c'era un medico solo per fare le punture di vaccinazione. La fila delle persone in attesa arrivava fuori dalla porta.
Ecco un altro post da scrivere, ho pensato. Del resto con tutti questi polli a piede libero gli argomenti non mancheranno mai.