"Siamo eroi, che vuoi di più...Belli come alla tivù. Teneri incoscienti eroi, noi siamo eroi per non morire!
Scendi dalle nuvole. Smetti di sognare e vai. Tieni il passo, se no guai! Trovati un look, ed uno sponsor.
...Certamente siamo eroi. Da prima pagina, se mai. Brutte e tristi storie che, viverle, non è come raccontarle.
...E intanto la voglia di vivere va via! Aspettando chissà quale altro messia..."
E' fin troppo facile essere eroi nella nostra epoca. Eroi dei cinque cerchi olimpici, sportivi intenti a rotolare, più di un pallone, da una copertina all'altra. Eroi delle centomila fiammelle accese in coro, intenti a battere record di incassi e a trottolare per promuoversi; così distratti che fra quello che narrano e le loro azioni quotidiane ci corre quanto fra il dottor Jekyll e mister Hyde. Eroi del tubo catodico, emettitori di elettroni quasi sempre negativi. Superficiali e volgari.
Eroi dell'obbedienza, dal passo scandito e lo sguardo alto; senza mai abbassarlo ad osservare chi stanno schiacciando. Un giocattolo in mano. Giochi non innocenti per bambini..si deficienti. Loro si, con bandiere e stendardi che fermano il cuore e seccano la gola.
Eroi del mondo alla rovescia. Dove chi compra una bandiera multicolore è una pecora senza idee e proposte; mentre chi purga corpo e mente, con la polvere assordante, un esempio da seguire.
eroi.
EROI, come un signore nato novantasei anni fa in un luogo che nel frattempo ha cambiato nome e connotati. EROE di sopravvivenza dentro a quattordici gironi infernali, di resistenza ai suoi scheletrici ex cinquanta chili. EROE di determinazione per gli oltre mille punti esclamativi scritti nel corso della sua vita, che gli hanno valso un appellativo; del resto la nostra società non sa raccontare se non attraverso slogan. Lo chiamano "il cacciatore di nazisti".
Io lo chiamo, lui si, EROE.
Scendi dalle nuvole. Smetti di sognare e vai. Tieni il passo, se no guai! Trovati un look, ed uno sponsor.
...Certamente siamo eroi. Da prima pagina, se mai. Brutte e tristi storie che, viverle, non è come raccontarle.
...E intanto la voglia di vivere va via! Aspettando chissà quale altro messia..."
E' fin troppo facile essere eroi nella nostra epoca. Eroi dei cinque cerchi olimpici, sportivi intenti a rotolare, più di un pallone, da una copertina all'altra. Eroi delle centomila fiammelle accese in coro, intenti a battere record di incassi e a trottolare per promuoversi; così distratti che fra quello che narrano e le loro azioni quotidiane ci corre quanto fra il dottor Jekyll e mister Hyde. Eroi del tubo catodico, emettitori di elettroni quasi sempre negativi. Superficiali e volgari.
Eroi dell'obbedienza, dal passo scandito e lo sguardo alto; senza mai abbassarlo ad osservare chi stanno schiacciando. Un giocattolo in mano. Giochi non innocenti per bambini..si deficienti. Loro si, con bandiere e stendardi che fermano il cuore e seccano la gola.
Eroi del mondo alla rovescia. Dove chi compra una bandiera multicolore è una pecora senza idee e proposte; mentre chi purga corpo e mente, con la polvere assordante, un esempio da seguire.
eroi.
EROI, come un signore nato novantasei anni fa in un luogo che nel frattempo ha cambiato nome e connotati. EROE di sopravvivenza dentro a quattordici gironi infernali, di resistenza ai suoi scheletrici ex cinquanta chili. EROE di determinazione per gli oltre mille punti esclamativi scritti nel corso della sua vita, che gli hanno valso un appellativo; del resto la nostra società non sa raccontare se non attraverso slogan. Lo chiamano "il cacciatore di nazisti".
Io lo chiamo, lui si, EROE.